Pubblicato il 28/01/17 da Neko Polpo

Disgaea 2 PC – Strategia infernale

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Con l’invasione di Steam da parte delle case produttrici nipponiche, era pressoché inevitabile l’arrivo della mercanzia targata Nippon Ichi Software: giocare su PC ai titoli di tale software house finora era stato possibile solo passando per vie traverse e spesso non ottimali, ma con l’arrivo del primo Disgaea le carte in tavola sono cambiate.
In seguito a un lancio non proprio idilliaco causato da alcune ingenuità di stampo tecnico, NISA ha saputo farsi perdonare a colpi di patch ed è riuscita ad imparare dai propri errori per quanto riguarda i porting, tant’è che l’attuale versione di Disgaea 2 è considerabile la migliore in commercio, superando per contenuti le precedenti edizioni per Playstation 2 e PSP.
La storia ci narra delle vicende di Adell, ultimo umano in un mondo di demoni, intento a spezzare il sortilegio lanciato dall’Overlord Zenon che ha trasformato tutta la popolazione in orripilanti creature (questo ovviamente sulla carta, dato che il character design del maestro Takehito Harada è tutto fuorché orripilante).
Qualcosa però va storto durante il rituale di evocazione e, al posto del tiranno regnante, dal calderone sbuca fuori sua figlia Rozalin: da questo preludio scaturirà tutta una serie di eventi incentrata sul rapporto tra i due protagonisti e sui pittoreschi comprimari che nel corso della storia si uniranno al party.
Sia ben chiaro che non si raggiungono mai chissà quali picchi narrativi, poiché è la trama stessa, nella sua demenzialità più totale, a non volersi prendere troppo sul serio e propensa a strappare più di un sorriso al giocatore attraverso i numerosi dialoghi in stile visual novel.

Rozalin non perde mai occasione per ostentare il proprio lignaggio.

D’altronde chi gioca Disgaea non lo fa per sorbirsi una plot da Oscar, ma per godere di un gameplay stratificato e profondo capace di sottrarre ore e ore alla vita quotidiana di un individuo: per quei due o tre sul pianeta Terra che ne fossero all’oscuro, in questa sede stiamo parlando di un JRPG tattico la cui campagna è suddivisa in capitoli a loro volta frammentati in stage.
Iniziata una missione, ci si troverà di fronte alla mappa del livello frazionata in caselle su cui si muoveranno fino ad un massimo di dieci unità alleate uscite dal Base Panel, il punto da cui spawnano i nostri personaggi.
Posizionate le proprie unità, che spesso saranno fortemente svantaggiate in numero rispetto agli avversari, inizierà la battaglia vera e propria in cui sarà fondamentale decidere chi mandare in prima linea a mazzuolare i malcapitati di turno e chi invece rimarrà confinato nelle retrovie a svolgere il proprio compito.
Il posizionamento si rivela fondamentale tanto in attacco quanto in difesa: infliggendo e subendo danni lateralmente o da dietro essi risulteranno amplificati, mentre piazzando due o più unità in caselle adiacenti potremo innescare attacchi combinati visivamente esuberanti.
Chi ha un minimo di familiarità col genere non faticherà a realizzare la differenza di collocamento tra un forzuto guerriero armato di ascia e un fragile maghetto o curatore, eppure in Disgaea nulla va dato per scontato: ogni personaggio infatti ha una propria classe, statistiche, abilità e un determinato grado di affinità con alcune categorie di armi, ma con un po’ di pazienza e del sano -si fa per dire- grinding è possibile creare classi del tutto fuori ogni norma, come streghette munite di mazza da baseball o sacerdoti che “curano” col piombo di un Uzi.

Mai far arrabbiare una Red Mage. Mai.

Tornati al villaggio che funge da lobby, avremo accesso, oltre che ai negozi e all’infermeria, ad alcune delle più importanti funzioni di gioco, tra cui spiccano la Dark Assembly e il sempreverde Item World.
Come dice il nome, la prima è l’assemblea in cui si radunano i vari senatori del mondo demoniaco e alla quale, mana permettendo, dovremo presiedere al fine di ottenere l’approvazione delle delibere necessarie a sbloccare nuove classi o modificare alcuni parametri del gameplay (come le quantità di esperienza e mana ottenute uccidendo nemici), anche a costo di corrompere o picchiare l’opposizione.
Il secondo invece, è ciò che probabilmente vi porterà via la maggior parte del tempo speso a giocare: l’Item World è la dimensione parallela all’interno di ogni singolo oggetto del gioco e a cui potremo accedere parlando con l’apposito NPC. Una volta entrati, i livelli verranno generati casualmente ed il nostro compito sarà quello di avanzare al fine di potenziare le statistiche dell’equipaggiamento desiderato, occasionalmente sconfiggendo dei boss per ottenere materiale altrimenti inaccessibile.
Protagonisti indiscussi di questo randomico universo sono i Geo Panel, speciali oggetti che influenzano con alcuni bonus o malus le caselle dello stesso colore sulle quali sono posizionati e che è possibile combinare per ottenere effetti a dir poco esplosivi che andranno a riflettersi sulla barra dei bonus di fine livello.

A volte ritornano.

Sul lato tecnico, l’edizione Steam di Disgaea 2 si comporta meglio del suo predecessore, non presentando nessuno dei problemi che affliggevano la release precedente.
Buona la quantità di opzioni grafiche, seppur non siano supportate tutte le risoluzioni e a poco serve il filtro apposito sulla discutibile scelta di mantenere gli sprite originali.
Il versante sonoro invece non presenta incertezze e che, anzi, può ostentare la splendida colonna sonora composta da Tenpei Sato e un ottimo doppiaggio inglese o giapponese.
Tirando le somme, Disgaea 2 è il gioco dalla longevità stellare che farà felici gli amanti della strategia tipicamente nipponica e a cui non pesa dedicare ore ed ore al grinding (il level cap a 9999 aiuta), ora impreziosito dall’inserimento di tutti i DLC della versione PSP, compresi quelli mai arrivati in occidente come Gig, Dark Eclair e Miabel.

Non lasciatevelo sfuggire, dood!

  • Gameplay profondo
  • Dialoghi esilaranti
  • Infinito

 

  • Tanto, troppo grinding
  • Sprite e texture in bassa risoluzione

 

NekoPolpo - Biografia

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