Pubblicato il 31/08/17 da Samuel Castagnetti

Razer Lancehead – Con la testa tra le nuvole

Dal momento in cui le periferiche wireless hanno cominciato ad apparire, c’è sempre stato una diatriba, invero piuttosto a senso unico, tra cablato “ma preciso” e senza fili “ma comodo”.
Ma ne è passata di acqua sotto i ponti, e la tecnologia si è evoluta, facendo passi avanti in entrambe le direzioni. Tuttavia, se la tecnologia wireless può andare bene in un contesto d’ufficio, nell’ambiente gaming, dove c’è bisogno di precisione e di costanza a livello di prestazioni hardware, il senza fili non ha realmente mai preso piede.

Soverchio stile, soverchia eleganza, un tuffo nel lusso alla faccia vostra.

Razer Lancehead si prefissa di superare questo scoglio mediante tre aspetti chiave che lo contraddistinguono: l’Adaptive Frequency Technology, la precisione e la memoria cloud.
Il primo aspetto, quello dell’adaptive frequency technology (AFT d’ora in poi), è forse quello più significativo. Ma in che cosa consiste effettivamente? Per poterlo spiegare, occorre ricordare come la tecnologia wireless classica vada a cambiare frequenze solo quando da esse si è rilevato un calo di prestazioni. Questo paradossalmente permette, di fatto, a un calo di prestazioni di avvenire. Con l’AFT invece, Lancehead è alla costante ricerca delle frequenze migliori, ogni millisecondo, garantendo in questo modo di essere connessi in ogni momento con il segnale più forte.

Per quanto riguarda la precisione, invece, Razer Lancehead è dotato di un sensore al laser 5G, che lavora a 16,000 DPI e 210 IPS di tracking: a tutti gli effetti il sensore a laser più preciso al mondo, per quanto riguarda i mouse. Sfruttando la sinergia con Razer Synapse 3 (che per ora si trova in beta), è possibile inoltre regolare i livelli di sensibilità al dettaglio, ottenendo l’esperienza desiderata per ogni esigenza.
Sempre grazie a Synapse 3, infine, si va a integrare la terza rilevante feature offerta da Lancehead: la memoria cloud. In sostanza, Lancehead permette di creare quattro diversi tipi di profili personalizzati, comprensivi di prestazioni e macro, e di salvarli sul cloud o direttamente nel mouse, permettendoci cosi di utilizzarli ovunque, in qualsiasi momento.

Scolpito nel carbonio, modellato dal vento.

Il mouse presenta altre importanti feature, quali tasti meccanici e un design ergonomico ambidestro. Ma quello di cui può fare veramente vanto questo prodotto, non serve nemmeno dirlo, sono le lucette! Il Lancehead fa infatti parte della famiglia Razer Chroma, il che implica, oltre a una combinazione di colori davvero ampissima (16.8 milioni), anche di poter customizzare le lucette in maniera davvero capillare. Come potrebbe non rendermi molto, molto felice?
Lancehead si presenta davvero bene, con specifiche di livello altissimo per un mouse e la garanzia di un’ampissima flessibilità per l’utente, ma, come qualsiasi cosa, ha anche dei difetti. Nel caso di Lanchehead, tuttavia, direi che i problemi sono davvero pochi.
Il difetto principale è forse legato al suo design ambidestro, che lo rende leggermente meno comodo dei precedenti mouse Razer che ho posseduto nella mia carriera da giocatore. È un compromesso che non si fa sentire particolarmente, certo, ma la sua enorme flessibilità, inevitabilmente, lo priva di quella perfezione ergonomica che solo un mouse studiato per essere utilizzato con una sola mano può avere.

Lancehead, lusso, vanità, si caga solo a Parigi!

In conclusione, Razer Lancehead è confezionato con materiali di alto livello e presenta caratteristiche difficili da trovare altrove, ovvero la sua alta flessibilità e la sua precisione, e, per chi non amasse la tecnologia wireless, beh… si può sempre usare con il cavo. Le sue uniche pecche sono il compromesso legato all’ergonomia di cui ho parlato sopra e, probabilmente, il prezzo, sicuramente elevato per un mouse. Ma in fondo a te, chettefrega? Davanti al bello…

Rednek - Biografia

C'e' poco da dire, chi non sceglie Charmander come starter chiede arroganza, chi fa l'ingegnere su Guns of Icarus chiede arroganza, i programmatori di Asmandez pretendono che l'arroganza si abbatta su di loro. Non ho detto nulla di me stesso o forse, perche' mi arrogo il diritto di non farlo.

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