Pubblicato il 18/10/14 da Neko Polpo

GameOver 2014: memorie dal sottosuolo

Tra il 20 e il 21 settembre si è tenuta a Milano la prima edizione del GameOver, evento videoludico organizzato da Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito. Si è trattato di un “festival” dedicato alla scena indipendente e underground italiana del videogioco, una “festa” che ha dato modo a tantissimi sviluppatori di mostrare un mare di giochi. Ovviamente, a proposito di mare, anche noi di Pixel Flood abbiamo partecipato all’evento, lasciandoci trasportare da uno stand all’altro sulle onde impetuose della curiosità ludica. Abbiamo già pubblicato le intervista agli sviluppatori di Grezzo 2, Cave! Cave! Deus Videt e Tonzilla; di seguito proponiamo un resoconto dell’evento a partire da alcuni giochi in particolare.

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Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito.

Durante l’evento ho avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Leonard Menchiari, autore di Riot, simulatore di sommossa che dovrebbe vedere la luce nel 2015. La particolarità del gioco risiede nella possibilità di scegliere se prendere il controllo dei manifestanti o della polizia, con conseguenti differenze a livello di gameplay. Infatti, scegliendo i manifestanti, si avrà un approccio “di massa” al gioco, con un movimento organico della folla, che potrà essere calmata, aizzata o indirizzata su particolari oggetti. La fisica rivestirà quindi un ruolo importante. Invece, scegliendo la polizia, si avrà a che fare con uno strategico in tempo reale a base di ordini e direttive, e si controlleranno poliziotti più o meno irascibili e capaci di interagire tra loro.

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Un’immagine che ricorda il recente Gods Will Be Watching, titolo indipendente di cui ha parlato anche Pixel Flood.

Degno di nota è anche l’aspetto visivo del titolo, che fa un uso magistrale della pixel art, riscoprendone il “realismo” (parole dell’autore): la pixel art porta ad utilizzare l’immaginazione e permette di vedere di più. Allo stile visivo si affiancano poi effetti sonori realistici e una soundtrack che mescola chiptune e sguardi al passato delle varie popolazioni del mondo (il gioco è ambientato in diversi punti del globo).

Ovviamente, scegliendo una delle due parti di cui sopra, anche le “missioni” cambieranno (conquistare zone, respingere i manifestanti, …).

Parlando delle fonti di ispirazione, l’autore ha citato giochi come Prince of Persia e Superbrothers: Sword & Sworcery. A proposito delle scoperte fatte durante lo sviluppo del gioco, Leonard Menchiari ha tirato in ballo Intifada (dell’israeliano Mike Medved), classe 1989, titolo poco conosciuto (e dichiaratamente volto a sostenere le ragioni israeliane) in cui al giocatore era affidato il compito di fermare le proteste palestinesi.

Un altro dei titoli che ho potuto provare con mano è stato Sym (di Atrax Games, già autori dell’ottimo Less is More), un interessante puzzle/platformer in bianco e nero. Tutto il mondo di Sym in realtà è come diviso in due parti, una bianca e una nera, e la divisione si ripercuote anche sulle meccaniche di gioco: è infatti possibile risolvere i vari enigmi proposti in maniere differenti, a seconda della “dimensione” scelta. Da notare anche la presenza di una narrazione portata avanti attraverso scritte impresse sullo sfondo del mondo di gioco, un po’ come nell’ottimo Starseed Pilgrim di Droqen. Il gioco, insomma, si basa sull’idea di passare da una dimensione all’altra con la pressione di un tasto (non a caso gli sviluppatori citano Time Fcuk di McMillen), assistendo a un ribaltamento del punto di vista (si gioca a testa in giù) e a un’inversione dei “colori”. Il gioco è già disponibile su Desura.

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Sym.

Conviene quantomeno citare una parte dei moltissimi titoli presenti in fiera, oltre a quelli succitati: Uri (di Torbak Games -autori anche di Battle Ants MMO-. Uri è un curioso esperimento per dispositivi mobili in cui relazionarsi con una ragazzina toccando semplicemente lo schermo), Ortus (riuscito strategico a turni disponibile sia in versione cartacea che in digitale), i giochi di Big Bang Pixel (Dino Fly, Skiddy e PathOne), The Waste  Land di Fledermaus, More Here Eye di Lonely Crew, le opere di Chubby Pixel (Woodle Tree Adventures, recensito anche da Pixel Flood, e The Way of Life), Age dei Curiosity Killed the Cat, In Verbis Virtus di Indomitus Games (QUI la recensione del nostro Rugerfred per Pixel Flood), Pablo Cavarez di Bloody Monkey, In Space We Brawl di Forge Reply, Tastiera Assassina (party game “fisico” per due giocatori, sviluppato durante l’evento da Michele Pirovano, Paolo Bragonzi, Stefano Cecere, Luigi di Guida, Giorgio Pomettini e Christian CostanzaBig Bang Pixel-) e tanti altri ancora.

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Skiddy.

A tutto questo si sono aggiunte conferenze, presentazioni, tornei di giochi da tavolo e di retrogaming, lezioni di chiptune e Unity, senza dimenticare il bellissimo concerto di Zona MC, Uochi Toki, H!U, Opser, Burla2222, Degrade e Pablito El Drito.

Insomma, un evento corposo e riuscitissimo. Un evento che spero possa ripetersi anche l’anno prossimo.

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Speriamo in una seconda edizione per il prossimo anno!

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