Pubblicato il 01/10/16 da Neko Polpo

Game Over Milano 2016 – Sviluppatori allo stato brado

Lo scorso weekend si è svolto a Milano il Game Over 2016, terza edizione di quello che è, probabilmente, il festival italiano più importante dedicato al videogioco indipendente. Sì, perché se lo Svilupparty mantiene un’importanza istituzionale più forte e l’imminente Games Week potrebbe riservare opportunità più ghiotte in termini di visibilità, la natura totalmente indipendente del Game Over garantisce un tasso di genuinità non ottenibile se di mezzo si parano istituzioni, publisher o sponsor. Qui tutta l’organizzazione è affidata nelle mani di tre ragazzi lavorativamente slegati dal mondo videoludico, che però, accomunati da una passione per lo studio dei linguaggi, hanno deciso nel 2014 di creare una manifestazione culturale libera, in grado di dar spazio anche a questa, ancora nuova, forma espressiva.

wp_20160925_11_33_39_pro
Gli organizzatori: Stefano, Giovanna e Matteo.

Ma nella pratica in cosa si concretizza questa indipendenza? A differenza di altri eventi analoghi, dove è sempre presente un filtro d’ingresso richiesto da standard qualitativi o, semplicemente, da limiti logistici, qui non viene effettuata nessun tipo di selezione ai progetti esponibili nei due giorni di fiera. Questo trasforma il centro sociale meneghino in un diorama credibile di tutte quelle che sono le variegate realtà dello sviluppo underground italiano, dai giovanissimi alle prime armi fino ai professionisti, passando per chi si trova in una posizione un po’ borderline rispetto a quella del developer canonico. Già per un visitatore è un’esperienza non da poco (l’affluenza è stata davvero sorprendente), ma posso solo immaginare che risorsa incredibile possa essere per un sviluppatore in erba la contaminazione creativa che si va a instaurare tra gli oltre 50 espositori racchiusi tra le variopinte mura del Leoncavallo.

wp_20160924_20_03_16_pro
Botte e bimbi.

Tutti hanno una storia da raccontare: c’è chi sperimenta nuove soluzioni per gli input di controllo (Christian Costanza con Gang Pad e Neuro Ski), c’è chi si propone come capostipite dei giochi VR in Italia (Digital Mantis con Yon Paradox), chi aspetta di poter comunicare la data d’uscita del proprio gioco (Elf Games con Little Briar Rose), chi è alla ricerca di una distribuzione internazionale (Antab Studio con Gridd), chi sta cercando una soluzione per spingere di più il proprio gioco (Yonder con Red Rope), chi è in cerca di rivalsa (Neotenia con Minus), chi deve accontentare le richieste dei propri backers (Breaking Bytes con Xydonia), chi torna in questo folle mondo con qualche capello grigio in più (FFX Games con FFX Runner Undead) ma anche chi cerca di fare più rumore possibile (Marco Alfieri con Call of Salveenee) o chi se ne sbatte del mercato (Giochi Penosi con Super Botte e Bamba II Turbo).

Networking.
Networking.

Ma il Game Over non è solo sviluppatori di videogiochi. Oltre a workshop e conferenze (che non ho seguito perché sono approssimativo), gli spazi della fiera contengono anche realtà di confine come il mondo delle stampe 3D, boardgame, retroconsole overcloccate (Thunder Force IV senza rallentamenti è di un gusto superiore), ROM hacking e vecchi Power Glove rivitalizzati grazie alle nuove tecnologie. In attesa che nei prossimi giorni vi scriva le mie considerazione sui giochi provati, vi consiglio di iniziare a seguire la pagina Facebook di Game Over Milano per rimanere aggiornati sui prossimi appuntamenti milanesi e non, in attesa di un’auspicabilissima edizione 2017.

NekoPolpo - Biografia